Condannato con Rdc, il sindaco: “Continuiamo a vigilare”

In relazione a quanto pubblicato sulla stampa sul caso di un condannato al 416 bis, residente nel Comune di Corleone, e fruitore del reddito di cittadinanza, il sindaco Nicolò Nicolosi comunica le procedure e le competenze in capo alle amministrazioni comunali riferite al riconoscimento del beneficio e quindi al soggetto in questione.

Data:
14 Luglio 2020

Condannato con Rdc, il sindaco: “Continuiamo a vigilare”

In relazione a quanto pubblicato sulla stampa sul caso di un condannato al 416 bis, residente nel Comune di Corleone, e fruitore del reddito di cittadinanza, il sindaco Nicolò Nicolosi comunica le procedure e le competenze in capo alle amministrazioni comunali riferite al riconoscimento del beneficio e quindi al soggetto in questione.

L’acquisizione della domanda del richiedente da parte dell’Inps risale al 30 marzo 2019. L’Istituto di previdenza sociale ha quindi attivato le procedure per la verifica dei requisiti per la presentazione delle istanze (reddito Isee, numero componenti nucleo familiare). Ad aprile è iniziata l’erogazione del beneficio.

Nei casi di reddito di cittadinanza, tutte le informazioni vengono caricate su una piattaforma informatica istituita dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali a disposizione dei Comuni e dei centri per l’impiego. A novembre del 2019 i casi assegnati al Distretto D40 Corleone sono stati resi disponibili sulla piattaforma cui accede l’Ufficio Servizi Sociali. A gennaio 2020, con l’analisi preliminare compiuta dagli uffici del Comune, comincia l’iter di valutazione multidimensionale obbligatoria per i nuclei familiari presenti sulla piattaforma. Il 14 gennaio il Comune fa partire una richiesta di informazioni al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e il 5 febbraio al casellario giudiziario. Il 14 febbraio, acquisite le risposte, il sindaco Nicolosi scrive all’Inps, alla Prefettura e alla Questura evidenziando che si tratta di un soggetto condannato con sentenza dell’11 marzo 2015 per il reato di associazione mafiosa, consentendo così agli uffici competenti di avviare le indagini confermando gli elementi acquisiti e varare i provvedimenti di revoca del beneficio.

“Il Comune ha fatto tutto ciò che doveva con la massima precisione e celerità – dice il sindaco -, senza tralasciare alcun passaggio. Abbiamo richiesto tutte le verifiche che il caso imponeva, così come avviene sempre quando si tratta di erogazione di sostegni di tipo economico. Continueremo a vigilare perché non si verifichino casi analoghi”.

Ultimo aggiornamento

17 Luglio 2020, 15:49

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