Descrizione
Il duomo (Chiesa Madre) di Corleone Ăš dedicato al vescovo di Tours, San Martino e la sua costruzione Ăš passata attraverso vicende lunghe e travagliate. Infatti, al primitivo impianto medievale (sec. XIII), completato nel 1148 (mentre la cupola fu realizzata molto piĂč tardi, nel 1663), si Ăš venuta a sostituire lâattuale configurazione neoclassica, su progetto dellâarchitetto-sacerdote Antonio Romano (1786). Ha un impianto basilicale a tre navate divise da pilastri con archi centrici, abside semicircolare e cupola a tamburo finestrate allâinnesto del transetto con la nave centrale. La chiesa di San Martino presenta unâarchitettura tutto sommato fredda ed accademica, nonostante il tentativo di riscatto decorativo da parte di pitture e stucchi dovuti alla mano di diversi artisti, tra cui il corleonese Carmelo Salpietra e Francesco Fazione.
Nelle navate laterali si aprono cinque cappelle per ciascun lato, ornate di quadri e sculture di un certo pregio, fra cui, a parte il piccolo rilievo gaginiano in marmo bianco del Battesimo di GesĂč entro unâedicoletta con arco a tutto sesto (cappella del Battistero), va segnalata la bella statua marmorea della Madonna col Bambino (detta del Soccorso), nellâaltare della absidiola destra, con rilievi nel plinto (NativitĂ , Angelo Gabriele, Vergine Annunciata), caratterizzata dalla resa plastica del panneggio e dalla raffinatezza del volto e delle mani della Vergine.
Tra le sculture lignee vanno segnalate alcune statue dorate e/o policrome (San Biagio, S. Ludovico, S. Filippo dâAgira, S. Apollonia), ma soprattutto il maestoso gruppo della Madonna dellâltria nella terza cappella destra (ante 1588). Un capolavoro dellâarte lignaria dei cugini Giuseppe Li Volsi junior da Nicosia Ăš, poi, il coro in noce intagliato e intarsiato del 1584. A due ordini di scanni, disposti sulle due pareti laterali del presbiterio, presenta motivi decorativi tratti dal repertorio manieristico.
Tra le opere pittoriche, a parte le due grandi pale dâaltare delle ali del transetto, raffiguranti San Leoluca che salva la cittĂ di Corleone dalla peste (a sinistra) e la Comunione del Beato Bernardo (a destra), della sopraffina mano di Fraâ Felice da Sambuca, vanno segnalate le tele di San Giovanni che scrive lâApocalisse (prima cappella a destra), firmata e datata dal manierista fiammingheggiante Hieronimus Rizzat (1600), della Madonna del Rosario con i 15 misteri (quarta cappella a destra); di Santa Rosalia che prega per la cittĂ di Corleone (nella sacrestia), della cerchia di Vincenzo la Barbera; di S. Francesco che riceve le stimmate, ascrivibile ad Orazio Ferraro. Una menzione a parte merita la tavola dellâAdorazione dei Magi.
La chiesa di San Martino accoglie numerosi mausolei di corleonesi illustri, tra i quali vanno segnalati quelli in marmo bianco del patriota Francesco Bentivegna (seconda cappella sinistra) e del giureconsulto Emanuele Cammarata (ala destra del transetto. Nella sacrestia, inoltre, si conserva un vero e proprio patrimonio dâarte.
Da segnalare anche alcuni paliotti (nel presbiterio), con ricami in oro e argento e applicazioni di perle su velluto rosso, opera degli ambienti monastici femminili della cittĂ (benedettine, secoli XVII-XIX). Nel coretto, infine, si possono ammirare oltre una ricca collezione di paramenti sacri, numerose opere di fra Felice da Sambuca.
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